Finalmente una bella pubblicità che divide il pubblico tra entusiasti e detrattori, tra emozionati ed indifferenti, tra spettatori ed esperti del settore.

Per noi di Blu7 è una bella pubblicità perchè è confezionata bene, si vede che c’è una volontà dietro alla sua realizzazione. Scopriamo quale.

Ed allora abbiamo deciso di analizzare la pubblicità Esselunga in ogni suo aspetto tecnico ed emozionale, di brand e di messaggio e lo faremo prendendo in prestito le analisi di autorevoli esperti in materia advertising e pubblicitario.

La prima persona che devi ascoltare sei te stessa, quindi guardala qui sotto e fatti una idea che dopo “ne parliamo”.

La pesca. UNA STORIA ESSELUNGA

Esselunga, basta parlarne?

No, noi non siamo tra coloro che sostengono la frase: “Basta che se ne parli“, invece sosteniamo la frase e l’obiettivo: “ogni pubblicità deve provocare” e stimolare una emozione.
Una qualsiasi, anche l’odio o la rabbia.

Andiamo per gradi: questo è uno Spot lungo 2 minuti e sicuramente prevede che da questo ne vengano estratti almeno un paio lunghi un minuto con sfumature diverse, uno da 30 secondi, qualcosa da 10 secondi e frames (immagini) da social e da cartellonistica stradale.

A mia sensazione, mettendo tutto questo accento sulla parola pesca, prevedo che ci saranno anche altri episodi con altri alimenti o servizi Esselunga.

Questo i trends di oggi dei vari termini a confronto Esselunga – Coop – Carrefour (ho preso tre grandi distribuzioni a caso) e si vede come Esselunga, colore blu, sia proprio nel suo massimo picco e proprio alla sera quando passa il suo spot sulle Tv generaliste.

Esselunga: Parola agli Esperti

Partiamo dal Messaggio e leggiamo cosa dicono chi di lavoro fa pubblicità o advertising: riportiamo tra virgolette quello che hanno scritto, lo riportiamo in maniera fedele.

Simone Grossi dà un suo accento allo scritto di Enrico Sola: ” Il problema non è la retorica anti-divorzista ma la mancata valorizzazione del brand e l’assenza di una differenziazione rispetto ai competitor.

Enrico Sola ha scritto: “… Ragioni per cui questo spot Esselunga non funziona, al di là della sua retrograda posizione antidivorzista.
Su tutte, non c’è alcuna significazione del valore di Esselunga: è uno spot generico su quanto la spesa sia parte del menage familiare.
Dire che ogni spesa è importante vale per il PAM e la Coop, così come per mille altre catene della GDO. Certo, Esselunga è tra i marchi leader del settore e può fare da rompighiaccio (cioè tracciare una strada di cui beneficiano anche altri), ma a che pro?…”.

Francesco Agostinis si schiera dall’altra parte: “… una pubblicità anche ben girata, scatenino indignazione di tutto il mondo creativo italiano, quando invece alla gente normale e senza tanti bias stia piacendo parecchio…”.

Claudia Satta Isoni: Crea divisione/riflessione morale, discussioni addirittura sull’educazione, il politically correct e si mette in ballo pure l’attuale direzione di governo: UNA BOMBA MEDIATICA DI 2 MINUTI DI DURATA. Qui si eviscera l’efficacia comunicativa?
Beh, mi pare non si debba minimamente avere alcun dubbio su questa! Eccellente.

Le risponde Sara Petroro: “Mia nipote, 19 anni, si è indignata per il messaggio percepito. non solo da lei, ma dalla sua cerchia. “Ineducativo” è stato il termine esatto.”

Sui Quotidiani nazionali Repubblica e Corriere abbiamo trovato due piccoli commenti che si soffermavano sull’inciampo degli stereotipi: la mamma che fa la spesa con le difficoltà di gestire anche una bimba, i genitori separati.

Brand o Prodotto?

E qui si che ci spacchiamo il capello in quattro.

Afferma Enrico Sola: “Quindi non si vedono la qualità dei prodotti e del servizio, la convenienza, anzi se non fosse per una inquadratura rapida non si capirebbe nemmeno che siamo all’Esselunga, cosa che trasforma il supermercato in una commodity (cioè i prodotti in cui uno vale l’altro)”.

Risponde l’esperta VideoMaker Irene Martini: “la scelta delle luci, colori, contesto, inquadrature è volutamente familiare, si vuole togliere qualsiasi aurea di spot televisivo, si vuole rimanere nel contesto “film di autore”, di vita quotidiana. Evidentemente si punta tutto sul Brand e non al prodotto”.

Ricordiamo che per pubblicità di autore abbiamo già analizzato in passato Barilla, Voiello, Mutti.

Quindi torniamo a Esselunga: quale è lo scopo di questa pubblicità?

Il Pubblico cosa ne pensa dello spot, cortometraggio Esselunga?

Dai pochi dati raccolti, 24 ore sono poca cosa, il sentiment sembra molto positivo: al pubblico piace e soprattutto commuove perchè vede e vive il video dalla prospettiva giusta (giusta per Esselunga) che è quello della bambina.

Se intervistati tutti i bambini chiedono ai genitori di “non separarsi” o di “andare d’accordo e fare la pace”.

Si cambia prospettiva e si cerca questa reazione.

Il nostro commento sulla Pubblicità Esselunga

A questo punto è giusto esporsi.
Personalmente ho visto lo spot, mi è piaciuto perchè mi ha fermato e quando questo succede il primo scopo è stato raggiunto: fermare il pubblico su di te.
Ma ho avuto una sensazione finale negativa, o per meglio dire fastidiosa, c’è un elemento che non riesco a focalizzare, che non mi convince ed è quello del “voler stare nel mezzo”.

Voglio dire: puoi provocare emozioni ed essere più tradizionale, più “Mulino Bianco” come dice Gianandrea Facchini che odia lo stereotipo “famiglia corretta solo uomo e donna“, oppure puoi essere trasgressivo e magari far lanciare la pesca al padre verso la finestra o far fare la spesa al padre stesso.

Quale è lo scopo di questa pubblicità? Brand, sicuramente. Non è prodotto, non vuole vendere nulla ed è per questo che la pesca è pure “bruttina”, non incartata, non luccicante.

Insomma si possono mescolare le carte oppure prendere una strada convintamente, anche molto più sdolcinata per capirsi, l’unica cosa da non fare è stare nel mezzo e questa pubblicità è stata coraggiosa a metà.

Nota di Blu7 Piccolo cameo del regista: nello spot lungo, quando la bambina in auto cede la pesca al babbo, lui le dice “mi piacciono le pesche e dopo chiamerò la mamma per ringraziarla”, si gira a guardare la finestra e la ex moglie non c’è.
Nella versione corta di 1 minuto, la bambina cede la pesca lui le dice “mi piacciono le pesche” ed il padre si volta e guarda la bambina da dentro l’auto e sorride dicendo: “ringrazierò la mamma”.

Ps: aggiorneremo l’articolo nei prossimi giorni con ulteriori opinioni o analisi

Blu7 Agenzia per la Comunicazione, Pubblicità e Marketing a Firenze.

Una risposta

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.